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GIAPPONE CHIAMA ITALIA, NEL SEGNO DEL DESIGN

16 Febbraio 2015
Giulia Perin

In un mondo globalizzato in cui spesso è facile rincorrere i fantasmi di un passato nazionalista fatto di purezza e tradizioni dismesse a cui ci si aggrappa per sfuggire alla complessità del presente, non è sempre facile vedere la bellezza dell’Altro, tantomeno lasciarsi contaminare da essa.

Questa resistenza però non c’è stata nell’incontro/fusione tra Italia e Giappone per merito del designer Kawamoto Makoto. Nato a Hyōgo nel 1965, Kawamoto conseguì gli studi universitari a Osaka, per poi iniziare la carriera di interior designer e architetto a Tokyo. All’ inizio degli anni Novanta decise di trasferirsi a Milano, dove aprì il suo studio. Nella capitale del design italiano, Kawamoto ebbe un’ intuizione folgorante, che avrebbe dato un nuovo corso alla sua carriera: unire le forme e i colori del design italiano degli anni Sessanta con il medium artistico giapponese della lacca, per creare eleganti oggetti di uso quotidiano. L’intuizione prese corpo nel marchio Kawatsura Shi-ki, i cui oggetti possono essere definiti come il prodotto di un’azione creativa transnazionale. Infatti Kawamoto si occupa della loro progettazione assieme ad un’equipe di otto designer italiani, e successivamente i progetti vengono spediti in Giappone, presso Kawatsura (provincia di Akita), località che dà il nome al marchio e che è uno dei centri tradizionali di lavorazione della lacca. Qui un gruppo di artigiani si occupa della realizzazione dei progetti milanesi di Kawamoto, le cui forme e colori inusuali inizialmente avevano suscitato sospetto da parte dei craftsmen, ma con gli anni si sono rivelate un prezioso contributo per mantenere in vita e far conoscere la tradizione degli shikki anche fuori dal Giappone. Oggi infatti le linee di Kawatsura Shi-ki vengono vendute negli empori del lusso di tutto il mondo, e presenziano a fiere internazionali come Il Salone del mobile di Milano. E sempre nel solco del ritorno alla tradizione, Kawamoto concepisce questi oggetti per un uso quotidiano, non per un piacere esclusivamente visivo, come altri designer della lacca contemporanea; in altre parole, con Kawatsura Shi-ki Kawamoto vuole restituire alla lacca la sua funzione pratica di utensile e contenitore, funzione molto depotenziata a partire dal periodo Meiji, quando gli shikki divennero gli accessori per le occasioni speciali, shōgatsu in primis. Ponte tra passato e presente, e tra Italia e Giappone, Kawamoto Makoto percorre una nuova via della comunicazione interculturale attraverso il design, rinnovando e traslando l’ influsso giapponese in Italia dal piano stilistico all’ uso del materiale.

 

Vassoi

 

Tazze impilate

 

Salsiera con base e cucchiaino

 

Coppe Konic

 

Tazze Konic

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