NipPop

Samuel Spano: il primo fumettista italiano transgender

11 Maggio 2018
Matteo Papagna

Un’incursione nell’opera di Samuel Spano tra animazione pop, queer e ultra-violenza.

Samuel Spano nasce nel 1983 a Sassari, come Sara. Appassionatosi al disegno e al fumetto durante l’adolescenza, inizia la sua carriera come illustratore e colorista per lo studio d’animazione italiano Rainbow, con cui lavora ai film Winx – il segreto del regno perduto, Winx – Magica avventura e I gladiatori di Roma.

Ma i lavori per Rainbow – per altro eccellenza italiana nel settore dell’animazione, riconosciuta a livello internazionale – sono un trampolino di lancio per Samuel, che nella sua produzione personale se ne discosta fortemente, se non nello stile, nelle tematiche.

Stiamo parlando di Nine Stones, opera nata nel 2016 come webcomic su Facebook e approdata alla pubblicazione cartacea con Editoriale Cosmo l’anno successivo.
Nine Stones è infatti una lunga discesa nelle tenebre della violenza e della dipendenza psicologica, raccontata con un disegno cartoonesco e colorato, le cui influenze vanno dal manga Boy’s love yaoi allo stile Disney Italia del periodo d’oro, quello di Monster Allergy e W.I.T.C.H.

Se dovessimo pensare a una classificazione per questo fumetto, potrebbe entrare a pieno titolo in quel genere ibrido conosciuto come fusion manga.

Come in buona parte della produzione shōnen manga, la scelta stilistica è solo in apparente contrasto con l’ambientazione oscura e violenta della storia, distillandone invece gli aspetti più estremi. Nine Stones racconta la vicenda traumatica di Alistair “Allie” Giacobi, figlio di un boss della mafia, e di Cristopher, corriere della droga incaricato di insegnargli il mestiere.
Tra i due si crea un legame affettivo tanto imprevisto quanto pericoloso.

Pericoloso per la sua intrinseca natura di dipendenza fisica e psicologica improntata a una violenza sadomasochista, ma soprattutto perché inammissibile in un mondo patriarcale in cui la prevaricazione è l’unico modo di affermarsi e l’amore è un segno di debolezza. E proprio l’educazione deviata ricevuta dai protagonisti è all’origine della loro incapacità di vivere la sessualità e i sentimenti se non in termini di dipendenza morbosa.

Nella sua indagine sui rapporti di forza e su come essi schiacciano l’individualità, Nine Stories ricorre a un linguaggio fatto di suspense e proprio dell’hard-boiled e della serialità televisiva: tra le sue fonti d’ispirazione Samuel cita Tarantino e Breaking Bad; anche se per un appassionato di cinema giapponese è impossibile non fare un accostamento con le opere di Miike Takashi (che di Tarantino è maestro), col suo sguardo sulle vite di personaggi schiacciati dall’appartenenza al mondo della malavita che tentano di ricostruirsi una propria esistenza (penso in particolare a Rainy Dog o Ichi the killer).

Ma l’aspetto che più ci rivela l’animo del suo autore è quello del percorso di riabilitazione psicologica che i personaggi devono affrontare per superare i traumi subiti. Il titolo dell’opera è un riferimento alla tecnica dell’ipnosi detta ‘delle nove pietre’, che viene usata su Allie per aiutare il suo inconscio a ricordare il rimosso. Viene spontaneo il parallelismo con l’esperienza personale di Samuel Spano, che racconta come la sua passione per il fumetto sia nata cercando un modo attraverso il quale esprimere la sua identità. Proprio durante la pubblicazione di Nine Stones ha deciso, primo fumettista in Italia, di fare coming out rivelando pubblicamente il proprio essere transgender.

Definire Nine Stones un fumetto queer sarebbe riduttivo, perché la portata del messaggio è molto più vasta. Non è tanto l’omosessualità dei protagonisti a essere al centro dell’attenzione, quanto il meccanismo della violenza che reprime la possibilità di ognuno di essere sé stesso.

Come sanno i nostri lettori, l’edizione 2018 del festival NipPop, dal titolo BorderLands: A-tipico Giappone, si focalizza sull’ibridazione e sul queer inteso come eccentrico: fuori dal centro, e quindi sinonimo di consapevole resistenza allo stereotipo, di libertà di scelta.
Nella sua ibridazione di stili e nella sua esplorazione degli ambiti più reconditi e oscuri della psiche umana, Samuel Spano è un perfetto interprete di questa tematica, e siamo quindi orgogliosi di ospitarlo al nostro festival.

 

Prossimi eventi

Articoli recenti

Midnight Diner e Samurai Gourmet: gustare lo spazio urbano

Non è un segreto che, come l’Italia, il Giappone abbia una ricchissima cultura culinaria profondamente intrecciata e collegata alle sue città: dalle semplici e popolari izakaya alla famosa e rinomata cucina kaiseki, la cucina giapponese riflette perfettamente il connubio tra tradizione e modernità che sta alla base dell’identità di questo meraviglioso Paese. Serie tv come Midnight Diner (Shin’yashokudō in originale) e il più recente Samurai Gourmet sono mezzi perfetti per dare un’occhiata, seppur sfuggente, all’interno di questo angolo di cultura giapponese e per gettare luce su come il cibo plasmi la vita nelle città e favorisca connessioni tra individui e comunità diversi. Midnight Diner è una serie televisiva antologica del 2009 composta da tre stagioni, diretta da Joji Matsuoka e basata sul manga omonimo scritto da Yarō Abe. Il programma viene successivamente ripreso da Netflix che, tra il 2016 e il 2019, produce altre due stagioni con il titolo di

Leggi tutto

NipPop x FEFF26 – “Ichiko”, di Toda Akihiro

Cosa significa essere al mondo? Avere consapevolezza di sé ma non avere riconoscimento legale, essere a tutti gli effetti “invisibile” alla società? Ichiko, l’ultimo lavoro del regista Toda Akihiro presentato al Far East Film Festival di Udine, parte da un semplice pretesto narrativo – la misteriosa sparizione di una ragazza – per andare a esplorare problemi strutturali e spesso nascosti insiti nella società giapponese.

Leggi tutto

NipPop x FEFF26 — Ricordi di viaggio e d’amore: “18×2: Beyond Youthful Days”

“Viaggiare è interessante perché non sai mai cosa accadrà” è uno dei motti della solare Ami, partita dal Giappone per un viaggio on the road alla scoperta di Taiwan in compagnia dei suoi fidati acquerelli. Giunta nella movimentata città di Tainan, la sua strada si incrocia con quella di Jimmy tra le mura di uno scialbo karaoke bar di provincia. La ragazza ben presto si guadagna un posto nel cuore del giovane ed impacciato liceale, un posto che ancora occupa a distanza di diciotto anni quando sarà lui, ormai adulto, a partire a sua volta inseguendo il ricordo di quell’amore estivo.

Leggi tutto