NipPop

NipPop 2013: il progetto, i protagonisti, i contenuti

28 Novembre 2013
Hakudoushi

NipPop 2013:

Parole e Forme da Tokyo a Bologna

giovedì 20 – venerdì 21 giugno

Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione
Alma Mater Studiorum Università di Bologna
via Filippo Re 8 – Bologna
Senza Filtro > Sorting For Different Arts Center
Via Stalingrado 59 – Bologna

Anche per il 2013 si è rinnovato l’appuntamento con NipPop: Parole e Forme da Tokyo a Bologna, che giunge così alla sua terza edizione. L’evento, ideato e curato dai docenti di Lingua e Letteratura Giapponese della Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione dell’Università di Bologna, da sempre si concentra sull’analisi delle tendenze pop del Giappone contemporaneo, con particolare riguardo agli ambiti dell’animazione, del manga, della filmografia e della letteratura. NipPop propone al pubblico una serie di incontri, workshop e iniziative con studiosi, esperti e fumettisti di fama internazionale attraverso i quali riflettere su quei fenomeni che negli ultimi decenni hanno contribuito in modo determinante alla diffusione della cultura nipponica, e intende stimolare e favorire una riflessione critica sui meccanismi e le ragioni alla radice del fandom e della dilagante popolarità di tali prodotti culturali in fasce sempre più ampie di pubblico. L’evento vuole anche rappresentare un’occasione per un contatto più vivo fra l’Ateneo e la città, valorizzando le possibilità di interazione con il territorio, con la comunità giapponese a Bologna, e con le associazioni culturali e le aziende locali da tempo impegnate nella promozione della cultura del Sol Levante.

Le giornate del 20 e 21 giugno, che hanno visto alternarsi gli interventi di ricercatori e artisti, e momenti ludici come gare di cosplay, performance, workshop di manga e animazione, e che si sono focalizzate sulla collisione dei diversi media e sugli aspetti transculturali dei fenomeni in esame, si sono proposte nello specifico di riflettere sulla grande fascinazione che le culture pop giapponesi hanno esercitato specialmente sulle nuove generazioni a partire dalla fine degli anni settanta, per mostrare come questi fenomeni, al di là della dimensione più propriamente ludica, possano avvicinare alla comprensione e al dialogo fra culture diverse in un contesto globale.

In programma, diversi workshop, distribuiti nell’arco delle due giornate che si sono svolti presso l’Aula Magna della Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione (primo giorno) e presso il centro sociale ‘Senza Filtro – Centro di Smistamento delle Arti Differenti’, in via Stalingrado 59 (secondo giorno).

Giovedì 20 giugno

1. Workshop

Nel corso della mattinata, gli interventi hanno toccato diversi aspetti del variegato panorama del manga e dell’animazione, i cui linguaggi tuttavia sono ormai parte dell’immaginario collettivo globale. I relatori, sulla base delle loro esperienze, hanno fornito strumenti per approfondire il know-how socio-culturale sul Giappone.

Erano presenti i seguenti relatori:

1) Prof. Erica Baffelli (University of Manchester, Manchester)

2) Prof. Rebecca Suter (The University of Sidney, Sidney)

3) Dr. Toshio Miyake (Ca’ Foscari Università di Venezia)

2. Workshop (tavola rotonda)

Nel corso del pomeriggio, gli interventi hanno visto la partecipazione di artisti e operatori del settore, attivi in Giappone e in Italia, che hanno parlato della propria esperienza e offerto uno sguardo “dall’interno” sul mondo del fumetto.

Erano presenti i seguenti relatori:

1) Yamazaki Mari (mangaka)

2) Ichiguchi Keiko (mangaka attiva sia in Giappone che in Italia)

3) Miki Tori (mangaka)

4) Alessandra Marchioni, (coordinatrice editoriale Panini Comics – Planet Manga)

5) Cristian Posocco, (direttore editoriale – FlashBook Edizioni)

6) Claudia Bovini, (direttore editoriale – Edizioni StarComics)

7) Nino Giordano (direttore editoriale – Renbooks)

8) Giuseppe Gervasio (interprete, traduttore e appassionato di cultura giapponese contemporanea)

Venerdì 21 giugno

Nella seconda giornata, l’evento si è trasferito al ‘Senza Filtro’. La mattina è stata dedicata a un laboratorio sul manga a cura di Yamazaki Mari, Miki Tori e Ichiguchi Keiko, e a un laboratorio sull’animazione a cura di Alessandro Montosi (giornalista e scrittore) con la partecipazione di Ivo De Palma (direttore al doppiaggio, doppiatore e dialoghista); a seguire, la presentazione del progetto “47 Rōnin Manga” (VeneziaComix), e, a partire dalle ore 14:30, due concerti, uno degli Shinigami Squad – Anime OST Cover Band e uno dei Seven7Stars – Nana&Anime Cover Band, e NipPop Cosplay3, una esibizione di cosplay, curata dagli studenti della Scuola.

Nel corso del pomeriggio, ha avuto luogo anche una conferenza del Dr. Francesco Comotti, sul mondo della musica pop giapponese dal dopoguerra a oggi.

Si sono avolte inoltre una serie di attività a margine, a cura degli studenti, delle associazioni dei giapponesi residenti a Bologna, e di alcune aziende sostenitrici dell’iniziativa, impegnate nella diffusione della cultura giapponese e attive sul territorio (fra le altre, Panini Comics, Kappa Edizioni, Renbooks).

Hanno introdotto e concluso l’edizione 2013 di NipPop tre eventi off:

1. ‘Waiting for NipPop 2013 – Street Pop Temptation’ – 13 giugno, ore 19:30 – Galleria ONO Arte

Dove nascono le culture pop del Giappone contemporaneo: un viaggio virtuale attraverso le immagini (foto e documentari) nelle street cultures.

2. ‘Pop fusion: manga & media & culture pop’ – 22 giugno, ore 16:00 – Panini Store, via Testoni 5 – Bologna

a cura di Midori Yamane, traduttrice e docente di Grammatica Manga & Alessandra Marchioni, coordinatrice editoriale Panini Comics – Planet Manga

3. ‘NipPop 2.0 – Crossing Boundaries -
Trans-culturalismo pop dal Giappone all’Italia’
 – 28 giugno, Mediateca di San Lazzaro

Nel corso degli ultimi vent’anni, parole come anime, manga e cosplay sono ormai entrate nell’uso quotidiano di milioni di giovani italiani, che guardano ogni giorno con rinnovato interesse alle più svariate espressioni culturali del Giappone. Il linguaggio globale condiviso dalle nuove generazioni ha permesso infatti il rapido propagarsi delle più recenti mode e tendenze in prospettiva trans-nazionale dai quartieri più trendy e creativi di Tokyo all’Italia, e oggi lo scambio culturale fra i due paesi è più che mai vivo e fecondo.
Dalla comparsa sulle reti nazionali dei primi anime fino alle più recenti tendenze della scena cosplay italiana, come sono state possibili una diffusione così massiccia e una fascinazione così profonda per fenomeni che ancora oggi appaiono agli occhi di molti ‘tipicamente giapponesi’?

Con la collaborazione di:

Associazione Culturale Takamori

Galleria ONO Arte di Bologna

Associazione Planimetrie Culturali

Con il Patrocinio di:

Aistugia

Japan Foundation

Consolato del Giappone a Milano

Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia

Comune di Bologna

Comune di San Lazzaro di Savena

Provincia di Bologna

Regione Emilia-Romagna

Con la partecipazione e il sostegno di:

Kappa Edizioni

Panini Comics – Planet Manga

Renbooks

Cagliostro Libri e Fumetti

Micro Talpa Studio

Responsabile del progetto e referente

Paola Scrolavezza

Ricercatore di Lingua e Letteratura Giapponese

Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne

Via Cartoleria, 5

e-mail: paola.scrolavezza@unibo.it

Organizzatori:

Francesco Vitucci

Ichiguchi Keiko

Giuseppe Gervasio

NipPop 2013

I protagonisti

Toshio Miyake

Toshio Miyake è Ricercatore Marie Curie all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di Occidentalismo, Orientalismo e auto-Orientalismo nei rapporti Italia-Giappone in relazione ai temi dell’egemonia, nazione, razza/etnia e genere. Ha pubblicato una monografia sulle rappresentazioni dell’“Occidente” e dell’“Italia” in Giappone (Occidentalismi, 2010), oltre a numerosi saggi sulle culture popolari nipponiche (manga, anime, subculture giovanili).

Rebecca Suter

Rebecca Suter è docente di lingua e letteratura giapponese presso l’Università di Sydney dal 2008. I suoi principali interessi di ricerca sono la letteratura giapponese moderna e la cultura popolare, principalmente manga. Il suo primo libro, The Japanization of Modernity (Harvard UP, 2008), si concentra sul ruolo dello scrittore giapponese contemporaneo Murakami Haruki come mediatore culturale tra il Giappone e gli Stati Uniti. Prima di arrivare a Sydney, ha insegnato lingua e letteratura giapponese presso l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente di Roma, presso l’Harvard University, e la Brown University. Lavora anche come traduttrice di manga, e ha tradotto testi di Shinohara Chie, Anno Moyoko, Miuchi Suzue, Asano Inio, Kitoh Mohiro, Katayama Kyoichi, Matsumoto Taiyo, e Unita Yumi, tra gli altri.

Erica Baffelli

Erica Baffelli è Senior Lecturer in Japanese Studies presso l’Università di Manchester (Gran Bretagna). In precedenza è stata Senior Lecturer in Religious Studies presso l’università di Otago (Dunedin, Nuova Zelanda) e ricercatore post-dottorato presso l’università Hosei (Giappone). I suoi principali campi di interesse sono le nuove religioni giapponesi, il rapporto tra religione e media e la religione nel Giappone post-1995. Tra le sue pubblicazioni: Erica Baffelli, Ian Reader. Aftermath: the Impact and Ramifications of the Aum Affair, Special Issue of theJapanese Journal of Religious Studies, 39,1, 2012; Erica Baffelli, Ian Reader, Birgit Staemmler (eds.), Japanese Religions on the Internet: innovation, Representation and Authority, London & New York: Routledge, 2011.

Miki Tori

Mangaka , scrittore, sceneggiatore, creatore di personaggi e saggista, Miki Tori è un artista poliedrico sia dal punto di vista dell’attività lavorativa, sia per quanto riguarda i generi toccati dal suo estro creativo. Esordisce nel magazine settimanale per ragazzi Shūkan Shōnen Champion con Komaken Harēshon, dopo aver vinto il premio Shōnen Champion Rookie Manga Award anche grazie alle vignette comiche che contraddistinguono il suo stile. Disegna per diverse case editrici come Shūeisha, Kōdansha, Shōgakkan, Akita Shōten e Seirindō, un caso particolare nella storia dell’editoria giapponese. Inoltre, vista la passione per il genere fantascientifico che contraddistingue alcune delle sue opere, presta il suo genio creativo anche come sceneggiatore per WXIII: Patlabor the Movie 3, terzo film della saga tratta del celebre manga di Masami Yuki. Afferma di amare i manga senza precludersi alcun genere e stile, sia come artista che come lettore e questa attitudine gli ha permesso di provare, durante la sua carriera, tantissimi stili e generi, dal manga per ragazzi a quello parodistico, una libertà molto difficile da ottenere all’interno dell’industria del fumetto giapponese.

Yamazaki Mari

Yamazaki Mari nasce a Tokyo e cresce a Sapporo, ma già in tenera età viaggia spesso in Europa per poi arrivare in Italia dove studia pittura presso l’Accademia delle Belle Arti a Firenze per undici anni. Successivamente torna in Giappone e partecipa a un concorso per mangaka principianti debuttando nel mondo del fumetto giapponese già a partire dai primi anni 2000 con diverse opere, come Yūmeijin (2001) e Kokoro ni Sasayaite (2003), per poi proseguire con Mōretsu! Italia Kazoku (2006) e Sore de wa Sassoku Buon Appetito! (2007), lavori che rivelano il suo interesse verso la cultura italiana. Ma è con la pubblicazione del suo lavoro più importante, Thermae Romae, che vince importanti premi nel 2010, come il premio Manga Taishō, istituito dai gestori delle fumetterie giapponesi e riservato agli artisti emergenti, e il prestigioso XIV Premio culturale Osamu Tezuka per la categoria dei racconti brevi. Attraverso un’opera dal forte carattere storico e a proposito della quale l’autrice stessa si definisce “otaku dell’antica Roma”, Yamazaki Mari esplora approfonditamente le due culture che più di tutte in assoluto hanno apprezzato le terme pubbliche, ovvero il popolo giapponese e gli antichi romani, analizzandole e mettendole a confronto con uno sguardo acuto e ironico.

Ichiguchi Keiko

Keiko Ichiguchi comincia il suo percorso artistico partendo dalla pubblicazione di alcuni dōjinshi (fumetti amatoriali), del celebre manga Kyaputen Tsubasa di Yoichi Takahashi.Partecipando a un concorso per aspiranti mangaka nel 1988, riesce a debuttare professionalmente nel campo dei fumetti, pubblicando diversi shōjo manga, genere che l’autrice predilige e contemporaneamente a laurearsi. Si trasferisce in Italia nel 1994 e conosce i Kappa Boys con i quali dà il via a una collaborazione che dura tutt’oggi. Dopo alcune pubblicazioni come Lucia (1990), Otometachi no sanka (1991) e Me o aketa mamade (1991) per la casa editrice Shōgakkan e, dopo avere firmato 1945 (1997) e America (1997) per la casa editrice Kōdansha (successivamente tradotti in italiano), inizia a realizzare fumetti direttamente per il mercato italiano e francese. È anche autrice di tre saggi intitolatiPerché i Giapponesi hanno gli occhi a mandorla (2004), Anche i Giapponesi nel loro piccolo s’incazzano (2007) e Quando i Giapponesi fanno ding (2009) dove lascia spazio alle sue esperienze e riflessioni personali relative alla permanenza in Italia. Molto attiva in Italia dal punto di vista culturale, si definisce amante della cultura tradizionale giapponese e di quella italiana, per le quali si prodiga mediante diversi canali, come quello della scrittura saggistica o direttamente attraverso il suo blog dove scrive in entrambe le lingue (talvolta anche in inglese). Questi tratti creativi e di intermediazione culturale, miscelati sapientemente al suo bagaglio di esperienze personali, traspaiono in tutti i suoi lavori accompagnando il lettore in un viaggio profondo e intrigante.

Alessandro Montosi

Scrittore e articolista, si è laureato al Dams – Cinema di Bologna con una tesi poi divenuta il saggioUfo Robot Goldrake – Storia di un eroe nell’Italia degli anni ’80 (Coniglio Editore, 2007). In seguito cura 4 volumi della collana I love Anime edita da Iacobelli e scrive diversi articoli dedicati al cinema internazionale, alla cultura giapponese e a come essa tratti il tema del terremoto, pubblicati su siti come lospaziobianco.it, fantascienza.com, ilcapoluogo.it. Dal 2011 collabora con l’Associazione per gli Scambi Culturali fra Italia e Giappone (Ascig, www.ascig.it) di Ravenna, prendendo parte alla manifestazione Ottobre Giapponese, curando la conferenza Costellazione Manga (incentrata sui legami tra astronomia e cultura pop nipponica) e la rassegna cinematografica svoltasi nel 2012. Sempre nel 2012 prende parte alla prima edizione del festival Anymation a Venezia, curando un workshop sul regista nipponico Gisaburo Sugii. Nello stesso anno partecipa al dossier dedicato a Django della rivista on-line Taxi Drivers.

Ivo De Palma

Ivo De Palma è attore e doppiatore da trent’anni. Intraprende la carriera, prevalentemente vocale, sulla piazza di Milano, che negli anni ’80/’90 vede il doppiaggio come specializzazione in forte crescita. Dai primi anni ’90 è anche direttore di doppiaggio e, negli ultimi tempi, apprezzato dialoghista. Nel corso della carriera ha dato voce a svariati personaggi, prevalentemente nell’ambito dell’animazione. Rimasti nel cuore degli appassionati, tra i moltissimi altri: Pegasus (I Cavalieri dello Zodiaco), Mirko (Kiss Me Licia), Rukawa (Slam Dunk), Maito Gai (Naruto), Toki (nuovi film di Ken il Guerriero). È anche stato la voce italiana di Frank Cooper nella soap-opera Sentieri, di Kevin nella sit-com di successo How I met your mother, ed è presente, oltre che in svariati spot pubblicitari locali e nazionali, in numerosi videogiochi tra i più noti degli ultimi anni, come Assassin’s Creed, World of Warcraft, Resident Evil. Presso Filmdubsters – Torino, inoltre, da tempo cura vari progetti audio e video per conto proprio e propone i suoi corsi, legati all’uso della voce, con particolare attenzione alla resa a microfono.

Fabrizio Capigatti

Fabrizio Capigatti nasce e vive a Venezia ed è inizialmente autore di giochi di ruolo tra i quali Venezia Obscura (2000), Venetia Obscura – Espansione Laguna (2003) e Charme (2005). Approda al fumetto curando la miniserie tratta da Venetia Obscura e creando nel 2007 il personaggio di Capitan Venezia. Nel 2008 presenta a Fumetti in TV l’albo Il Folle volo (Edizioni del Vento, 2008) e realizza l’albo Capitan Venezia – Le origini dei Capitani. Seguono Vola mio angelo, vola (Bottero editore, 2012) e la nuova miniserie diCapitan Venezia di cui sono usciti i primi due numeri, su un totale di sette. Di prossima pubblicazione Ancora Vivo (EF Edizione), Angie & Devie – Episodio 3 (Manicomix editore). Sta lavorando a diversi progetti tra cui il manga 47 Rōnin manga assieme ad Emanuele Tenderini in collaborazione con l’International Manga Museum di Kyoto e frequenta Bottega Finzioni per la sceneggiatura di fiction (cinema e serie tv).

Emanuele Tenderini

Emanuele Tenderini è un disegnatore di fumetti veneziano. Con il fumetto cult 100 anime, edito per la casa editrice francese Delcourt, crea uno stile, diventando uno dei più grandi esponenti mondiali della tecnica di colorazione digitale. Continua poi il suo percorso con le massime realtà editoriali europee: Wondercity, della francese Soleil, viene venduto in nove paesi del mondo; Oeil de Jade è edito dai prestigiosi Umanoidi Associati; The Odyssey lo vede a fianco del cartoonist americano Ben Caldwell. Nel mercato italiano collabora alla realizzazione di Dylan Dog e Dampyr per Sergio Bonelli Editore. Attualmente lavora per la francese Ankama, leader mondiale dell’animazione e dei videogiochi, per una serie dai toni umoristici intitolata Dei, e per la casa editrice LeLombard, per la quale ha appena pubblicato un fumetto sulla storia della celebre Tapisserie di Guglielmo il Conquistatore, per il museo nazionale a Bayeux.

Francesco Comotti (aka DJ OH-BA)

Nasce nel bel mezzo del 1980 e cresce nella bassa bergamasca in una bolla spaziotemporale fatta di nebbia, Broadway musical, Lady Oscar, 33 giri dei Fleetwood Mac e le cicale di Heather Parisi.
Icone assolute dell’infanzia: Cyndi Lauper che canta nei Goonies, Wonder Woman e tutt’e tre le streghe di Eastwick. Tre sono i colpi di fulmine che lo fanno innamorare del Giappone: gli incontri fatali con Sogni di Kurosawa Akira, Parodius della Konami su Super Famicom e la lettura dei manga di Takahashi Rumiko. La passione per la morfologia del verbo in greco antico non può nulla contro la sua nippomania, e nel 1999 si iscrive a Lingue e Civiltà Orientali a Ca’ Foscari. Il leit motiv della sua ricerca è la letteratura scritta sui bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Per questa ragione, trascorre tre anni facendo ricerca presso l’Università di Hiroshima. Qui, oltre a imparare il dialetto locale e ingozzarsi di okonomiyaki, approfondisce l’opera di autrici e autori fondamentali per la sua formazione, quali Ōta Yōko, Inoue Mitsuharu e Ōba Minako. Da quest’ultima prenderà a prestito il cognome come alias per la sua attività parallela di music selector: da due anni la selezione musicale intitolata Queer Gospel è tra gli eventi conclusivi del weekend milanese. Attualmente insegna Lingua e cultura giapponese curricolare presso il Liceo Linguistico “G. Falcone” di Bergamo. Parallelamente all’attività di ricerca e traduzione di opere letterarie sulle bombe atomiche, si interessa di musica pop giapponese dell’era Shōwa.

Shinigami Squad

La band nasce nel 2008 ma inizia l’attività live solo nel 2012 a causa di vari cambi di line up. Attualmente ha all’attivo una decina di partecipazioni tra radio (3 interviste in diretta nella trasmissione radiofonica “Cosplay ON AIR” ed un’esecuzione in diretta di uno brani del proprio repertorio rivisitato in chiave acustica), due interviste per le webzine del settore Terre di confine e “J-Musica Italia” e due articoli dedicati sulle riviste cartacee Japanimando e LSD Magazine. L’anno appena trascorso li ha visti protagonisti di alcuni spettacoli live nel Nord Italia, proposti sia in luoghi convenzionali (pub e live club) che in alcune delle fiere, e degli eventi più rappresentativi del panorama cosplay (Ludicomix, Rumicon, Officina Cosplay, Tokyo Freaks).

Seven7Stars

I Seven7Stars sono una Japanese Anime OST cover band di Bologna. Nati inizialmente come cover band delle soundtrack dell’anime Nana (con canzoni come “Rose”, “Zero”, “Lucy”, “Kuroi Namida”), hanno ampliato la loro scaletta a opening giapponesi di anime in voga al momento, come Naruto, Death Note, Ao no exorcist e tanti altri. Musica, passione e divertimento, questo è quello che trasmettono ai loro concerti e al loro pubblico. La band è pronta a infiammare il palco del NipPop il 21 Giugno, capitanati dalla cantante che, a quanto pare, è la copia di Nana!

FUFO Cosplay

FUFO è un gruppo di studenti universitari che ha in comune l’interesse per il cosplay, la recitazione, la scrittura di scenette e un grande umorismo. Nel corso della gara di cosplay i partecipanti metteranno in mostra la loro creatività sia tramite i costumi che indossano sia, se vorranno, tramite alcune piccole scenette, con cui presenteranno al pubblico la loro personale interpretazione dei personaggi. Ogni partecipante, o gruppo di partecipanti, avrà a disposizione un limite di tempo in cui eseguire la propria rappresentazione, o semplicemente sfilare davanti al pubblico. Prima dell’inizio della gara, però, sarà il FUFO Cosplay stesso a esibirsi, per catturare l’attenzione del pubblico e creare l’atmosfera giusta.

NipPop 2013

I contenuti

TOSHIO MIYAKE

L’Italia nei manga: specchio identitario e convergenza mangaesque

L’Italia è diventata negli ultimi due decenni in Giappone un “Occidente” sempre più popolare, tanto da venire indicata come nazione straniera più amata fra tutta la popolazione femminile e giovanile. Il perdurante boom del Bel Paese (Itaria būmu) ha condizionato anche la nuova generazione di mangaka, che da parte sua ha contributo alla riproduzione del fenomeno con un numero crescente di manga ambientati in Italia o dedicati a qualche aspetto della sua cultura. Questa ricognizione sulle rappresentazioni dell’Italia nei manga più popolari dell’ultimo decennio costituisce in primo luogo un tentativo di mappare alcune delle sue icone più ricorrenti: la cucina, il passato romano e rinascimentale, o il più recente antropomorfismo di tipo moe in ambito subculturale giovanile. In secondo luogo, offre un’occasione per esplorare i recenti sviluppi in senso transmediale del mondo manga in grado di sovrapporsi ad altri media contigui (animazione, videogiochi, graphic design, ecc.), fino a inaugurare una più ampia convergenza mangaesque sempre più globalizzata. In questa ottica, la crescente diffusione dell’Italia mangaesque proprio in Italia offre un’opportunità ancora più preziosa per tutti noialtri, sia per interpellarci in chiave auto-riflessiva, sia per partecipare in termini più critici e polifonici al gioco di specchi identitari del XXI secolo. In altre parole, l’Italia nei manga come spazio aperto all’interrogativo infinito circa la propria identità mediata dallo specchio (s)confinante dell’altro.

REBECCA SUTER

L’Australia nello shōjo manga: da Georgie a Sekachū

Il manga Sekai no chūshin de ai o sakebu (Gridare amore dal centro del mondo, meglio noto come Sekachū), adattamento di un romanzo di Katayama Koichi a opera di Kazui Kazumi, si apre nell’aeroporto di Sydney, dove il protagonista della storia, Saku, sta per salire a bordo di un volo Qantas per Cairns. Lo scopo del viaggio è portare le ceneri di Aki, il suo primo e grande amore, morta per leucemia in giovane età, a Uluru, nello outback Australiano, il “centro del mondo” del titolo. Per tutto il fumetto, l’Australia, un Altrove impossibile da raggiungere, sottolinea la natura tragica di questa storia di amore puro adolescenziale. Il fumetto, pubblicato sulla rivista Puchi Komikku nel 2004, presenta tutte le caratteristiche tipiche del classico manga per ragazze: romanticismo, dramma, ed esoticizzazione dell’Altro etnico e culturale. Tuttavia, la scelta dell’Australia, piuttosto che di una destinazione romantica più tradizionale come per esempio Parigi, merita ulteriore attenzione. Geograficamente e culturalmente a cavallo tra l’Asia e il mondo Euro-Americano, l’Australia assume un ruolo particolare nell’immaginario shōjo, come un Altro che è simultaneamente anche parte del sé. Attraverso un’analisi dettagliata di due fumetti, Georgie! di Igarashi Yumiko (1982) e Sekachū (2004), questo paper si propone di analizzare la rappresentazione dell’Australia nello shōjo manga come alternativa alla dicotomia Oriente-Occidente, con l’obbiettivo più ampio di ripensare l’esoticismo nel manga per ragazze.

ERICA BAFFELLI

Seinto oniisan: Buddha e Gesù in vacanza a Tokyo

Saint Young Men (Seinto oniisan) è un manga umoristico scritto e illustrato da Nakamura Hikaru e narra le avventure di Gesù e Buddha che, dopo aver superato indenni l’entrata nel XXI secolo, si prendono una vacanza a Tokyo. La narrazione include numerosi giochi di parole e battute su Buddismo e Cristianesimo e i due protagonisti sono dipinti come giovani turisti alle prese con le ‘stranezze’ della vita a Tokyo. Seinto oniisan rappresenta a prima vista un singolare caso nella rappresentazione della religione nei manga post-1995 (anno in cui avvenne l’attentato nella metropolitana di Tokyo a opera del gruppo religioso Aum Shinrikyō) perché in contrasto con altre opere dove la religione tende ad essere rappresentata come negativa e ‘pericolosa’. Sembra quasi che l’autrice stia prendendo in giro le due tradizioni religiose e i suoi fedeli (e alcuni lettori, in particolare al di fuori del Giappone, hanno criticato il manga perché troppo superficiale o addirittura offensivo). Ad un’analisi più attenta, però, si nota che i Saint Young Men Buddha e Gesù non sono i rappresentanti di tradizioni storiche presenti anche in Giappone, ma due elementi esterni e decontestualizzati e di come lo sguardo comico e, a volte sarcastico dell’autrice, sia invece rivolto non tanto alla religione quanto alle ‘stranezze’ nella vita quotidiana dei due protagonisti.

ALESSANDRO MONTOSI – IVO DE PALMA

Dal manga all’anime: le opere di Gō Nagai e la loro eredità

Il rapporto tra un fumetto e il suo adattamento animato in Giappone è spesso molto più complesso di quanto si possa credere. Emblematico è il caso delle serie tv degli anni ’70 tratte dai manga di Gō Nagai e prodotte dalla Toei, molto popolari in Italia, ma di cui spesso non si conoscono i legami e le differenze con le rispettive controparti fumettistiche. 
Iniziate con l’horror Devilman (1972) – dove si prende spunto dal canovaccio del “traditore” e dai supereroi dei telefilm nipponici per approdare a qualcosa di insolito -, proseguite con Mazinga Z (1972) – capofila del filone dei robot giganti guidati internamente da un pilota -, Cutie Honey (1973) – considerata capostipite del filone a cui appartiene Sailor Moon – e coi più celebri UFO Robot Goldrake (1975, la cui componente di critica al nucleare è spesso sottovalutata in Italia) e Jeeg Robot d’Acciaio (1975), le serie animate “nagaiane” hanno ottenuto un forte successo internazionale, spesso costellato da polemiche, che ha rivelato a un vasto pubblico il talento di animatori come Kazuo Komatsubara (Uomo Tigre, Capitan Harlock, Nausicaa della Valle del Vento) e Shingo Araki ( Rocky Joe, Bia – La sfida della magia, Lady Oscar, I Cavalieri dello Zodiaco).

FRANCESCO COMOTTI

Quando la diva non era un robot: le grandi donne del melodico Shōwa

Anche la musica melodica giapponese ha avuto le sue dive: grandi performer, cantanti attrici leonesse del palcoscenico, dal carisma irripetibile. Uno sguardo retrospettivo allo sviluppo della musica melodica nel periodo Shōwa attraverso le carriere di Kasagi Shizuko, Misora Hibari, Hirota Mieko, Yamamoto Linda e tante altre, prima che le adolescenze seriali delle idol anni Ottanta o la smaterializzazione post-robotica delle vocaloid del Ventunesimo secolo fossero concepite (o concepibili).

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