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Ecco l’impero dei sensi: il cibo tra Eros e Thanatos

25 Ottobre 2019
NipPop Staff

Cibo ed erotismo sono spesso legati, e la cosa non ci stupisce, se pensiamo a quanto le nostre relazioni sociali ruotino intorno al mangiare e al bere. Dall’aperitivo di lavoro ai cenoni in famiglia, il cibo gioca un ruolo fondamentale quando passiamo del tempo in compagnia, ed è quindi inevitabile che reciti una parte da protagonista anche nella nostra sessualità.

Basti pensare a tutti quei cibi che vengono considerati – a torto o a ragione – afrodisiaci. Non è soltanto una questione di chimica: dai cetrioli alle ostriche, gli alimenti che ci ricordano la sessualità non mancano. Per non parlare poi di tutte quelle pratiche erotiche che vanno sotto il nome di food play. L’industria pornografica giapponese, una delle più fiorenti al mondo, ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia. In realtà, il rapporto tra cibo ed eros nella cultura nipponica ha radici lontane. Se parliamo di cinema erotico, non possiamo non citare un cult come Ecco l’impero dei sensi (Ai no korīda 愛のコリーダ), controverso film di Nagisa Ōshima del 1976 ispirato da un fatto di cronaca.

Ecco l’impero dei sensi: la storia di Abe Sada
Facciamo un salto indietro nel tempo, precisamente al 1936. Il Giappone è nel pieno della sua espansione imperialista. L’immaginario eroguro (erotico-grottesco), reso famoso da autori del calibro di Tanizaki Jun’ichirō e Edogawa Ranpo, ha colonizzato la letteratura e le arti popolari, soddisfando i gusti dei nuovi ceti urbani. In questo contesto fa scalpore un caso di cronaca, quello di Abe Sada.
Abe, un’ex-prostituta, era divenuta l’amante del proprietario del ristorante presso cui lavorava come cameriera, Ishida Kichizō. La relazione tra loro divenne sempre più morbosa. I due si ritrovavano in case da té, dove restavano per giorni impegnati in rapporti sessuali senza sosta, incapaci di separarsi. Abe divenne sempre più possessiva, arrivando a minacciare l’uomo con un coltello. I due si dedicarono anche pratiche estreme, strangolandosi a vicenda durante il coito per aumentare il piacere.

Alla fine, Abe uccise Ishida strangolandolo nel sonno, e tagliò i genitali dell’uomo per tenerli con sé. Quando la polizia la trovò tre giorni dopo, li stringeva ancora nel kimono. Abe Sada scontò meno di sei anni di pena, grazie a un’amnistia. Il caso di cronaca ebbe un’immensa risonanza e fu di ispirazione a innumerevoli scrittori, artisti e filosofi. La figura di Abe fu soggetta a molteplici reinterpretazioni. La storia della sua folle passione, culminata nell’atroce omicidio, venne spesso associata al sogno imperialista del Giappone e alla sua tragica conclusione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ecco l’impero dei sensi, il film di Nagisa Ōshima che ripercorre in maniera fedele e dettagliata la vicenda di Sada e Kichizō, ha generato innumerevoli controversie. La scelta di riprodurre scene di sesso incensurate e non simulate costrinse la produzione a spostarsi in Francia per aggirare la censura giapponese. Alla presentazione a Cannes ottenne un successo superiore alle aspettative. Tuttavia, in molti paesi passarono anche venti anni prima che ill film venisse proiettato in versione integrale e incensurata.

Il cibo in Ecco l’impero dei sensi
Nonostante la natura decisamente erotica della pellicola, le scelte stilistiche del regista accentuano molto l’elemento drammatico della vicenda. In Ecco l’impero dei sensi Nagisa Ōshima ricostruisce un’ambientazione fedele e affascinante attraverso l’uso di costumi e musiche tradizionali. Anche il cibo ha la sua parte nella storia. In primis il sake, che i due amanti consumano in abbondanza. Le loro effusioni non si interrompono nemmeno per permettere alle cameriere di servirlo.

Ma la scena in cui il cibo è principe è quella in cui Sada e Kichizō consumano un pasto tradizionale mentre una geisha suona lo shamisen. “In un menage come il nostro, bisogna mettere l’amore anche nel mangiare”, dice Sada all’amante mentre gli imbocca un fungo dopo averlo intinto nei propri genitali. Il gioco prosegue con altri alimenti, fino a che Kichizō non introduce un uovo sodo nella vagina di Sada.
Il cibo gioca una parte fondamentale per i nostri sensi e per il nostro erotismo: in una storia in cui la sensualità domina i due amanti, anche il cibo ne viene trasfigurato. L’uovo è un simbolo di fertilità e di vita, che diventa gioco erotico.  Nelle ultime scene, i due sono così schiavi dei propri sensi da non trovare nemmeno il tempo per mangiare. Man mano che la passione travolge i due amanti, Eros lascia spazio a Thanatos, fino alla tragica conclusione.

 

 

 

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