A un uomo viene diagnosticata una terribile malattia terminale che lo costringe a fare i conti con ciò che gli rimane. E non gli rimane nulla se non la compagnia del suo amato gatto Cavolo, e il rammarico per il doverlo abbandonare prima del previsto. La comparsa improvvisa del Diavolo nel giorno dell’amara scoperta cambierà l’andamento della vicenda, perché questi farà al protagonista nonché narratore una proposta decisamente invitante: in cambio della sparizione dalla faccia della Terra e dalla Storia, di una qualunque cosa appartenente al genere umano, lui si guadagnerà un altro giorno di vita.
Così ha inizio Se i gatti scomparissero dal mondo (Sekai kara neko ga kietanara 世界から猫が消えたなら), libro d’esordio di Kawamura Genki, uscito nel 2012, dal quale nel 2016 è stato tratto un film diretto da Akira Nagai. Il romanzo è stato pubblicato in Italia da Enaudi nel 2019, nella traduzione di Anna Specchio.
La vicenda, narrata in prima persona, si articola dal lunedì (giorno della scoperta della malattia e dell’arrivo del Diavolo) alla domenica. Il fatto che il tutto si svolga nell’arco di una settimana viene ricollegato dallo stesso protagonista a una sorta di creazione al contrario: il Dio cristiano crea il mondo in sette giorni, e nello stesso arco di tempo il postino per ogni giorno di vita guadagnato elimina qualcosa dal mondo, fino ad arrivare al settimo giorno di riposo, che per lui corrisponderà all’accettazione del suo destino di morte. La figura del Diavolo, che si presenta davanti agli occhi del protagonista con uno stile ben diverso rispetto alle iconografie più note, gli fa una proposta che questi in prima istanza non può non cogliere al volo. Se vuole vivere, non gli resta che accettare passivamente tutto ciò che passa per la mente di Aloha (come verrà soprannominato il Diavolo, visto il suo bizzarro abbigliamento, che include una camicia a fiori in pieno stile hawaiano). Si comincia il martedì con la scomparsa dei telefoni, il mercoledì con i film, il giovedì con gli orologi, fino ad arrivare il venerdì all’eventualità di far sparire i gatti dalla faccia della Terra.
Per ottenere qualcosa, devi perdere qualcos’altro è la morale attorno alla quale si articola l’intera narrazione, in sintesi un’amara analisi della condizione umana da parte di un trentenne giapponese che mal si adatta al mondo in cui vive. Inizialmente il protagonista accoglie la proposta di comprarsi qualche giorno extra, ma il doversi rapportare a vecchie conoscenze che hanno segnato la sua vita, proprio tramite quegli oggetti che sono stati fatti sparire, lo porteranno a struggersi, riflettere e analizzare il suo contributo al mondo e ciò che è veramente importante per lui. Il narratore ricostruisce le varie fasi della sua vita e le figure per lui importanti: la madre scomparsa per lo stesso problema, il suo primo gatto Lattuga, la sua ex ragazza, un uomo conosciuto in un viaggio a Buenos Aires e poi scomparso all’improvviso poco dopo. Ogni persona incrociata fino al momento della notizia fatale fornirà uno spunto per arrivare all’amara conclusione: nulla è per sempre, ogni uomo è destinato a morire e accettare il proprio destino non deve essere motivo di disperazione.
Il protagonista avrà occasione di confrontarsi con la caducità della condizione umana, attingendo al repertorio delle sue esperienze di vita, per poi realizzare che anche nelle piccole cose si possono trovare conforto e amore, com’è successo a lui con il suo adorato gatto.
Il romanzo presenta uno stile scorrevole e, soprattutto, essendo narrato in prima persona, permette al lettore di immedesimarsi nel protagonista, e nel suo percorso di autoanalisi. Tirare le somme della propria vita non è facile, ma il percorso di riflessione è accompagnato delle bellissime immagini create dai ricordi dell’uomo, dalle sue esperienze e da tutto ciò che ha amato profondamente – persone o animali che hanno segnato le tappe della sua vita.
L’opera di Kawamura Genki ha riscosso un enorme successo al momento della pubblicazione. Dai lettori è stato apprezzato il fatto che induce a riflettere sull’importanza di guardarsi dentro, di riconciliarsi con amici e famiglia, di non sprecare nessun momento della propria vita. Inoltre, il romanzo si sofferma su quale sia il posto dell’uomo nel più ampio schema dell’ordine naturale delle cose, e su come ci illudiamo di avere il controllo quando le regole, in realtà, non sono che un artificio creato da noi (basti pensare a come gli umani hanno scandito il tempo in ore, minuti e secondi). Un piccolo libro, alle cui pagine l’autore affida un importante messaggio da cui il lettore potrà trarre numerosi spunti di riflessione.