Haruki Murakami è noto per i suoi romanzi paradossali e intrecciati: ecco come riesce, tramite il cibo, ad allontanarsi dal surrealismo e nel contempo a esaltarlo.
Serenità nel groviglio
Haruki Murakami è sicuramente uno degli autori giapponesi maggiormente conosciuti sia in patria che all’estero; nato a Kyoto nel 1949, ha all’attivo un grande numero di romanzi. Kafka sulla spiaggia, Norwegian Wood e Dance Dance Dance sono solo alcuni dei titoli che hanno portato fama allo scrittore, abile a districarsi tra mondi fantastici e contesti paradossali. Ma nelle sue storie si crea anche un folle equilibrio tra le dimensioni surreali e i banali aspetti della vita, ed è proprio in questo contesto che si fa largo la quotidianità del cibo: la serenità del cibo dentro al groviglio dei mondi.
Riso e uova, da Norwegian Wood.
Tra surrealismo e banalità
In Dance Dance Dance, ci viene descritto con cura ciò che l’anonimo narratore mangia ogni giorno; nel romanzo breve After Dark, Takahashi, studente e suonatore di trombone, srotola il suo monologo iniziale attorno a un’insalata di pollo; ne L’uccello che girava le viti del mondo, Toru trascorre il tempo cucinando (e cercando il suo gatto). Nei romanzi di Murakami convivono così due dimensioni: quella che ci sa proiettare in un mondo nuovo, e quella che ci riporta sempre al nostro. Gli esempi potrebbero essere e sono molteplici. Ed è l’autore stesso il primo ad applicare la tranquillità del cibo anche alla sua realtà.
My favorite meal is when you have no idea what to cook and you open the refrigerator and find celery, egg, tofu and tomato. I use everything and make my own dish. That is my perfect food. No planning.
Haruki Murakami.
1Q84: ognuno è ciò che predilige
Prendiamo ad esempio 1Q84: pubblicato in Italia tra il 2011 e il 2012 da Einaudi, il romanzo, il cui titolo ci riporta subito alla mente il capolavoro di George Orwell, è un viaggio in una Tokyo bidimensionale dove si intrecciano le vicende parallele di Aomame e Tengo. 1Q84 presenta molte delle tematiche abituali dell’autore: l’esistenza di un mondo altro, gli sviluppi intrecciati di due trame solo parzialmente distinte, ma soprattutto quella sensazione di estraneità che disorienta. Certo lo scopo è proprio quello; eppure, serve anche un qualcosa che sappia tranquillizzare il lettore, serve farlo sentire a casa.
Cibi e personaggi di 1Q84.
In 1Q84 i personaggi sono ambigui, violenti, fragili, lontani dall’equilibrio, e molti sono quelli accostati al mondo del cibo: la fragile Fukaeri mangia a piccoli morsi; il solitario Ushikawa consuma quasi esclusivamente cibi precotti; e dalla cioccolata calda della protagonista Aomame al drink della sfortunata Ayumi, ognuno sembra essere ciò che predilige per sé stesso.
Tengo
«Preparavo la cena. Niente di speciale, dato che sono da solo. Pesce secco arrostito con daikon grattugiato. Poi farò della zuppa di miso con cipollotti e telline, che mangerò col tofu. Cetrioli e alghe all’aceto. E infine riso bianco con cavolo cinese in salamoia. Tutto qui.»
Tengo è il personaggio che più rispecchia ciò che prepara. È equilibrato, quotidiano, legato alla semplice ed essenziale sfera del cibo. Un caso che sia proprio lui a donare amore ad Aomame e a riuscire a riportarla a casa, nel nostro mondo a una luna sola?
Il fotografo Charles Roux ha cercato di riprodurre in foto alcuni famosi romanzi tramite la rappresentazione del cibo che vi è descritto. Ecco quella per 1Q84.
È facile perdersi, nel groviglio fantastico che Murakami sa creare con le sue parole. Ma è anche bello ritrovarsi, tramite la dimensione culinaria che lo scrittore dipinge per conferire serenità, come a suggerire al lettore un elemento confortevole e conosciuto che riesca a tenerlo ancorato al nostro mondo.
È bello poter mangiare qualcosa di buono. Ci si accorge di essere vivi.