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est em: “La donna degli udon”

21 Luglio 2019
NipPop Staff

 

 


“La donna degli udon” di est em: storia di un amore improvviso con dei risvolti inattesi.

Chi è est em
est em (in giapponese esuto emu えすとえむ), nome d’arte di Maki Satō, è nata il 2 aprile 1981 a Tokyo. L’autrice di manga ospite quest’anno a NipPop è stata già ideatrice di diversi lavori di successo. La sua fortuna ha avuto inizio nel 2006 con Seduce Me After The Show (Shō ga hanetara aimashō ショーが跳ねたら逢いましょう), manga yaoi incentrato sulla storia d’amore tra un ballerino di danza classica e un attore di Hollywood. Considerato da about.com il miglior manga del suo genere del 2008, è stato particolarmente apprezzato per la singolare presenza di uomini adulti e con i segni del tempo (Aoki Deb, 2008, manga.about.com) come protagonisti, al posto dei soliti giovani di bell’aspetto. I lavori di est em riscuotono successo per l’intrigante profondità e per l’inusuale maturità che presentano, anche nel caso dei manga josei (tra cui La donna degli udon) e seinen.

Josei: un genere giapponese prettamente femminile
Josei manga 女性漫画 letteralmente significa fumetti per donne. Si tratta di un genere creato appositamente per un pubblico femminile tardo-adolescente e adulto, in grado di leggere i kanji senza l’ausilio dei furigana. Da non confondere con gli shōjo manga 少女漫画 per giovani adolescenti, poiché il range delle lettrici dei josei varia dai 18 ai 45 anni. Inoltre, il contenuto tende a essere sessualmente molto più esplicito, con vicende decisamente più mature. Ad esempio, Paradise Kiss di Ai Yazawa (famosissima a livello internazionale per Nana) rientra in questo genere.

Tutto accadde in una mensa scolastica
La donna degli udon (Udon no onna うどんの女) è un manga di genere josei pubblicato tra 2010 e 2011 da Shōdensha. Il titolo già mette in chiaro di chi stiamo parlando: Murata, la donna degli udon, ha 35 anni e lavora presso una mensa scolastica cucinando per gli studenti in pausa dalle lezioni. Ad attirare la sua attenzione è Kino, studente ventunenne di Belle Arti, che si reca abitualmente in mensa per ordinare sempre lo stesso piatto di udon (a detta sua il più conveniente per le sue tasche). Stesso piatto ogni giorno, il che accresce la curiosità della donna che inizia a fantasticare su quel magrissimo giovane di cui non conosce neppure il nome. Kino, dal suo canto, comincia a porsi mille domande su quella signora più grande di lui, ma comunque bellissima, che gli prepara il pranzo ogni giorno.

L’età: sarà l’unico problema?

I nostri protagonisti continuano a fantasticare sulle rispettive identità, ponendosi mille domande e cercando ogni giorno nuovi modi per interagire senza sembrare ridicoli. Ciò che assilla la mente di entrambi è la differenza di età: ci si può innamorare nonostante gli oltre dieci anni di differenza? Ma non sarà questo l’unico problema. Ed è così che Kino, notando una sospetta affinità tra la donna degli udon e il suo professore, di lì a poco scoprirà che Murata non è che l’ex moglie del prof. Tanaka. Tutto ciò permette l’inserimento di un terzo personaggio nella vicenda, una sorta di “terzo incomodo” che collega i due personaggi.

Amore dietro a un piatto di udon
Questo tipico piatto giapponese è il filo conduttore di tutta la vicenda che lega i protagonisti. Un piatto comunissimo, dalle molteplici varietà, non difficile da fare e, soprattutto, molto economico (i meno costosi si trovano addirittura a 70 centesimi). Il piatto perfetto per chi va di fretta, ma vuole comunque mangiare al volo qualcosa di caldo e saporito. Kino è affascinato da Murata, nonostante la divisa da lavoro e l’aspetto ben diverso dalla tipica donna seducente. Ma lei lo è per il ragazzo dalle mani magrissime e dalla divisa sempre sporca, per via delle giornate in Accademia. Il passato di Murata da modella e il matrimonio finito male con il prof. Tanaka susciteranno ancora di più l’interesse da parte dello studente di 21 anni. L’imbarazzo, unito alla voglia di scoprire l’altro, farà sì che si ritrovino, tra mille dubbi e complessi, in molteplici situazioni insieme, alcune delle quali con un finale inaspettato.

Una storia delicata e piacevole
Si riconferma in questo manga il modus operandi dell’autrice, già nota al pubblico per affrontare temi di vario genere con uno stile scarno, leggero e distaccato, che lascia spazio alla voce dei protagonisti. In questa narrazione per immagini (dallo sfondo quasi assente) è chiaro come est em ci voglia coinvolgere nei panni di entrambi i personaggi. Viviamo il punto di vista, le paranoie, le insicurezze, i dubbi sia di Kino sia di Murata, in due ottiche diverse, data la differenza d’età che intercorre tra i due così come sono diverse le loro occupazioni nel quotidiano. Nonostante ciò, “lottano” per trovare un punto d’incontro, superando le divergenze e “i tabù” fino ad arrivare a confessarsi ciò che provano. La mangaka ci coinvolge in una vicenda che, seppur breve, risulta decisamente coinvolgente per il lettore.

       

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