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“Gli anni dolci”: una storia dai contorni delicati

12 Gennaio 2018
Valentina Russo

 

Gli anni dolci è un manga in due volumi di Jirō Taniguchi, pubblicato in Italia nel 2010 da Rizzoli Lizard e tratto dal romanzo La cartella del professore della scrittrice Hiromi Kawakami. La cartella del professore è il primo romanzo pubblicato in Italia dell’autrice (Einaudi, 2011) e le è valso il prestigioso premio Tanizaki e la candidatura al Man Asian Literary Prize.

Da Satoru

 
Nel piccolo locale “Satoru”, Tsukiko ritrova il suo professore del liceo. L’uomo non ha dimenticato l’allieva, mentre lui ha per lei un viso familiare ma a cui non riesce a dare un nome. Per questo, dall’inizio alla fine del manga, lui rimarrà il “prof”.
Il caso vorrà che i due intreccino le loro vite incontrandosi spesso in quel locale, che sarà per loro uno scrigno protettivo nei giorni segnati dal tedio di una vita banale. I due sembrano avere sempre gli stessi gusti, ed è questo che all’inizio li fa sentire vicini l’uno all’altra.
Con il passare del tempo, fra passeggiate e serene chiacchierate, istanti d’amicizia si trasformeranno in un amore molto dolce.
 
Distanza
 
 
Il manga affronta il tema della differenza di età in amore in modo tale da far comprendere la naturalezza dell’accettazione. I due non utilizzano alcuna etichetta o appellativo a eccezione di quelli di “professore” e allieva”. Tsukiko non ha paura di tenere il prof. per mano in pubblico e allo stesso modo si dimostra matura nel prendere consapevolezza del futuro che la aspetterà, sicuramente non roseo.
La distanza, però, non è solo generazionale. Il legame tra Tsukiko e il professore vedrà non di rado gelosia e incomprensione stagliarsi come mura solide pronte a separarli. Una parola di troppo, frasi mai dette, emozioni mai espresse. Perché l’amore è così, spesso incompiuto o troppo tagliente.
Leggendo pagina per pagina i due volumi si ha l’impressione di camminare sospesi su di un filo, perché le fondamenta di un simile rapporto non si comprendono subito. Se Tsukiko è l’eternamente indecisa, il prof. è l’eterno malinconico, intrappolato nei ricordi del passato, e questa loro diversità sembra li faccia appartenere a mondi distanti anni luce.
Lui è di vecchio stampo e crede nel valore delle buone maniere e della letteratura, lei non è mai stata troppo interessata allo studio ed è forse troppo impulsiva e libera nel linguaggio.
Eppure i due si amano, si rispettano, si aspettano, si accettano.
 
Sfumature al dettaglio
 
 
Taniguchi ha il merito di riuscire, in questa trasposizione visiva dell’opera di Kawakami, a far emergere il subbuglio di emozioni nascoste dei protagonisti attraverso vignette straordinariamente espressive. E ciò che sorprende è il realismo uniforme nella realizzazione del progetto in due volumi.
Lo stesso vale per gli ambienti, in modo particolare per il locale al centro della narrazione del primo volume e per la casa del prof., curati al dettaglio ma mai troppo invadenti. In una scena in cui i protagonisti si recano al mercato, la folla – pur rappresentata – non riesce mai ad assorbirli e l’occhio del lettore ricade sempre su di loro grazie ai giochi prospettici.
È così che con abilità Taniguchi riesce a cogliere le sfumature e le atmosfere del romanzo in modo a dir poco magistrale.
 

 
 
 

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