Neko nanka yondemo konai (猫なんかよんでもこない) è un film del 2016, diretto da Toru Yamamoto, basato sull’omonimo manga del 2012 scritto da Sugisaku, che colpisce non solo per la sua semplicità ma anche per l’intensità emotiva che sviluppa nel corso della storia. Partendo dall’inizio, già dal titolo si può ben intuire chi siano i “protagonisti” di questo film: i gatti.
In particolare la storia si apre con Mitsuo (Shunsuke Kazama), aspirante pugile professionista, che durante uno dei tanti allenamenti mattutini “ignora” volutamente uno scatolone con due gattini abbandonati. Non immagina però che, rientrando a casa, il fratello maggiore ha invece impulsivamente raccolto i due animali. Contrariato, Mitsuo, per quanto ripeta costantemente di preferire i cani, si ritrova a doversi occupare di Kuro e Chin mentre il fratello è impegnato a terminare il manga al quale sta lavorando.
La vita di Mitsuo si intreccia così a quella dei due mici che lo porteranno a crescere, affrontando non poche difficoltà, tra le quali la lesione a una retina a seguito di un incontro di boxe – incidente che mette fine al suo sogno – e la conseguente necessità di trovare un lavoro per mantenere se stesso e i due animali, che hanno ormai instaurato con lui un forte legame.
Le difficoltà da affrontare non riguardano però soltanto lui, ma anche Kuro e Chin, rispettivamente maschio e femmina, i veri protagonisti di questo film che cresceranno seguendo la propria natura felina, purtroppo non sempre con risvolti positivi.
Degne di nota sono anche le due figure femminili, anch’esse sono di contorno nonostante diano consigli preziosi che non sempre vengono seguiti, soprattutto da Mitsuo.
Il film si incentra principalmente sul rapporto del protagonista umano con i due felini e sul loro percorso dal fatidico incontro in poi, rendendo quasi tangibile la percezione delle rispettive crescite. L’inizio parte illudendoci che si tratti principalmente di una commedia poiché impossibile non sorridere alla vista dei due cuccioli che corrono allegramente per casa, ma con il progredire della storia il lato drammatico prende il sopravvento. Si entra così in una fase più “adulta” dove è possibile notare che lo sviluppo principale è scandito non tanto dalla presenza di Mitsuo quanto dalla crescita dei gatti, che dall’inizio alla fine costituiscono il focus principale del film.
Tutto viene raccontato dal punto di vista del giovane, e la sua trasformazione si palesa solamente verso la fine in un modo piuttosto particolare che non mancherà di toccare il cuore dello spettatore.
Il ritmo generale non è eccessivamente veloce, permettendo di godere dei momenti salienti nella loro semplicità. Tuttavia non manca l’intensità emotiva che dà vita alla parte più drammatica, rendendo questa pellicola una piccola perla del cinema nipponico che gli amanti dei felini non potranno non apprezzare. Proprio per questo però, si tratta di un film da non sottovalutare, durante la cui visione è caldamente consigliato tenere i fazzoletti a portata di mano.