Un terribile pericolo minaccia il tuo villaggio. Sarai pronto alla sfida che ti attende, avventuriero?
Final Fantasy Crystal Chronicles è’ un action Rpg nato dalla collaborazione fra Square Enix e Nintendo, e successivamente pubblicato nel 2003 per la console GameCube. Il connubio fra le due case videoludiche ne sancisce il riavvicinamento dopo anni di lontananza. Il motivo della contesa? Un accordo saltato per colpa dell’allora Squaresoft, la quale aveva preferito le console Sony per lanciare il sesto titolo della saga Final Fantasy. Con FFCC, si apre una nuova era della storia di Square Enix, dove gli elementi del gameplay andranno via via ad assimilarsi alle meccaniche action di un altro gioco, Kingdom Hearts, distanziandosi dal canone del combattimento a turni che aveva caratterizzato la serie dal principio.
Piccoli villaggi rurali costellano il mondo di FFC, ognuno dei quali protetto da un cristallo che, creando una barriera entro i limiti dell’abitato, difende gli abitanti da esalazioni tossiche e miasmi, comparsi solo pochi anni prima in tutto il continente. Nelle vesti dell’eroe di turno, di cui potremo scegliere sesso, razza e carattere, dovremo partire alla ventura con un piccolo carretto e pochi compagni e addentrarci nei dungeon sparsi per il continente di gioco, con lo scopo di raccogliere le gocce dei rarissimi alberi di mirra. Solo questa sostanza può, infatti, rigenerare la capacità protettiva di un cristallo, che si esaurisce a scadenza annuale. Ad aiutarci nella raccolta del prezioso liquido, ci verrà incontro il nostro fedele compagno Moguri, il quale, oltre a farsi carico del bacile per le gocce di mirra, svolgerà la funzione di portalettere e di supporto negli scontri. Grazie al nostro amico peloso, potremo godere della protezione delle gocce di mirra raccolte nel bacile ed avventurarci nelle lande rese impraticabili dal gas venefico.
In questo titolo, è riservata molta enfasi alla creazione del personaggio, selezionabile fra quattro razze diverse, caratterizzate in modo intuitivo nell’aspetto e nelle statistiche. I Clavat, molto simili agli umani, possiedono delle statistiche pressoché bilanciate, se non per un accenno di difesa aggiuntiva. I Selkie, in tutto e per tutto simili ai Clavat, se non per i capelli di colore grigio-azzurro, fanno della velocità il loro punto di forza, rendendoli adatti al lavoro di ladro. Le ultime due razze, Lilty e Yuke, sono caratterizzate da opposte sembianze e parametri vitali: i primi, bassi e tozzi, con un corpo simile a quello di una grossa coccinella, sono spesso armati di lance e vantano un altissimo potenziale offensivo; i secondi, longilinei e con lunghe braccia piumate, detengono invece il ruolo di maghi.
Interessanti anche alcune meccaniche come la connettibilità GameCube-GameBoyAdvance (già implementata in altri titoli dello stesso periodo come Animal Crossing), che rende possibile la modalità multiplayer fino a quattro giocatori. Il comparto sonoro, curato da Kumi Tanioka, impreziosisce ancora di più l’opera, donandole un carattere intimo ma deciso. Qui sotto potrete ascoltare il theme song del gioco, Kaze no ne (カゼノネ, Il suono del vento), una delicata melodia di genere un po’ etnico.
Un punto a sfavore è nella gestione delle magie: queste vengono rilasciate dai nemici in forma di oggetti spendibili solamente all’interno del dungeon, dato che, una volta tornati all’aria aperta, scompariranno dal nostro inventario. Se da un lato è interessante il fatto che le sfere di magie elementari possano combinarsi in magie sempre più forti, dall’altro è estremamente raro poterle usare, in quanto oggetti acquisibili in modo totalmente casuale. Il comparto grafico inoltre era, all’epoca, strabiliante, a discapito però di una trama per nulla delineata, che portava molte volte il giocatore medio a dover ripetere i pochi dungeon disponibili fino alla nausea.